Accordi di ristrutturazione dei debiti: la normativa
La normativa sugli accordi di ristrutturazione dei debiti è disciplinata dall’articolo 182 bis della legge fallimentare. Lo stato perenne di insolvenza può spingere il debitore verso il concordato preventivo, nel peggiore dei casi, verso il fallimento. Si tratta di procedure di natura giudiziale, che prescindono da eventuali accordi precedentemente stipulati tra imprenditore e creditori. Nulla vieta, tuttavia, che l’imprenditore possa stipulare degli accordi privati con i suoi creditori. Con l’accordo di ristrutturazione dei debiti l’imprenditore stipula un contratto con i creditori, che verrà sottoposto successivamente all’omologazione da parte del giudice del tribunale.
Accordi di ristrutturazione dei debiti: cosa sono?
La ristrutturazione dei debiti prevede che l’imprenditore stabilisca un piano di rientro dei debiti concordato con i creditori, che rappresentano la maggioranza del debito, in cambio si ottiene una sospensione delle azioni giudiziarie e cautelari. L’accordo di ristrutturazione dei debiti verrà poi pubblicato nel registro delle imprese e acquista efficacia a partire dal giorno della pubblicazione.
Accordi di ristrutturazione dei debiti: come funzionano?
La procedura prevede che l’imprenditore, dopo aver predisposto un piano di risanamento per soddisfare i creditori ed aver ricevuto il consenso da parte di creditori che detengono il 60% del debito, debba depositare un ricorso presso il tribunale competente per ottenere l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti.
Lo stesso deve essere accompagnato dalla relazione di un professionista che, in base alle condizioni dell’azienda, attesti la fattibilità della ristrutturazione e la veridicità della relazione sulle condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali dell’impresa. L’accordo di ristrutturazione dei debiti tende comunque a tutelare anche i creditori non aderenti.
Accordi di ristrutturazione dei debiti: i tempi
I tempi per l’adempimento dell’accordo di ristrutturazione dei debiti sono stringenti, infatti, esso deve essere eseguito entro 120 giorni dall’omologazione del tribunale se i crediti sono già scaduti e 120 giorni dalla scadenza di ciascun debito qualora non fossero giunti al naturale termine di scadenza.
L’atto deve essere pubblicato nel Registro delle Imprese, in questo modo i creditori potranno averne conoscenza. Entro 30 giorni i creditori che non hanno aderito all’accordo di ristrutturazione del debito possono opporsi davanti al tribunale. Le opposizioni vengono proposta innanzi al tribunale, che procederà all’omologazione in camera di consiglio con decreto motivato, a cui si potrà successivamente appellare davanti alla Corte di Appello secondo ai sensi dell’articolo 183.
Affidarsi a un professionista per la ristrutturazione dei debiti
Gli accordi di ristrutturazione dei debiti rappresentano un campo del diritto fallimentare piuttosto controverso. È bene precisare che si tratta di una procedura che necessita della consulenza di un professionista del settore, o meglio di un team che includa non solo esperti di diritto, ma anche di commercialisti e periti in grado di analizzare la situazione economico-finanziaria e procedere ad un efficiente studio di fattibilità dell’accordo di ristrutturazione debiti.
Per ulteriori informazioni potete compilare il form a lato o chiamare senza impegno il numero verde 800 68 98 27.